In cambio di… niente!
di Maria Spina
In pochissimi sono a conoscenza della sua esistenza; quasi nessuno lo ha mai visto aperto. Il gabinetto pubblico di via XX Settembre, prossimo all’incrocio con via Castelfidardo, fa parte degli 11 impianti interrati da riqualificare in occasione del Giubileo della Misericordia. A dispetto di una pretenziosa scalinata a tenaglia, in mosaico azzurro, rifiuti e sporcizia ingombrano le due rampe che si inarcano nel sottosuolo.
Durante i giorni feriali l’impianto è letteralmente occultato da moto e motorini addossati alle balaustre in muratura curvata; soltanto lo scheletro di un ascensore per disabili, completamente vandalizzato, svetta fra le lamiere. Qualche anno fa, dalle pagine del «Corriere della sera», il giornalista Gian Antonio Stella teorizzava sulla dittatura dell’incuria nel nostro Paese e, al di là della diffusa antiesteticità dovuta a governanti e cittadini, sempre più indifferenti al bello e al brutto, rilevava la portata dei costi addebitati alla comunità a causa di tale incuria. Buona parte degli impianti monitorati da Embrice 2030 è stata abbandonata e lasciata andare in rovina. Eppure, nella carta dei servizi dell’AMA – elemento basilare dell’accordo stipulato con il Comune nel lontano 2004, e poi prorogato più volte, sin quasi ai giorni nostri (DGC_33_28.1.2004)–, alla voce «custodia, manutenzione e pulizia» dei 27 bagni pubblici (interrati e in muratura) e dei relativi accessi per disabili sono attribuite ben due pagine! Non sarà dunque troppo alto il tributo che si continua a pagare per non avere, a riguardo, alcun tipo di servizio?