Progetto Public Toilet, “Roma da città orinatoio a…”
Restituire i “Bagni Pubblici” a Garbatella e alla città.
da un’idea di Maria Spina e Gabriella Restaino
PREMESSA
Roma ha il primato di essere una delle poche città europee a non avere bagni pubblici gestiti secondo le regole del decoro e dell’igiene. Lo denunciano da diverso tempo svariati quotidiani romani (Bagni pubblici sporchi, rotti e a pagamento, apparso sul “Tempo” del 4 giugno, è uno fra gli ultimi reportage più completi), oltre a cittadini, associazioni e blog su siti stranieri (a titolo di esempio, al sito http://www.romebuddy.com/givesadvice/cleanloo.html si legge: «Most public toilets in Rome are pretty disgusting. We won’t go into details… »).
In base alla lista dei “Bagni pubblici” pubblicata da Roma Capitale, e aggiornata al mese di novembre 2013 (andare al sito http://www.060608.it/it/accoglienza/utilita/bagni-pubblici), la città possiede in totale 63 bagni pubblici. Di questi:
– 12, interrati, sono ubicati nei luoghi di maggior attrazione culturale (Città del Vaticano, Colosseo, Fori Imperiali, Pantheon, Fontana di Trevi ecc.), hanno un custode e sono pubblicizzati come gratuiti;
– 24, in muratura, hanno anch’essi un custode e sono pubblicizzati come gratuiti;
– 27, prefabbricati e autopulenti, sono invece a pagamento (1 euro).
Con scadenza gennaio 2013, il Comune ha indetto un bando di gara per la ristrutturazione dei 12 servizi igienici interrati oggi esistenti «con interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento funzionale» per la loro integrazione con nuove strutture di accoglienza turistica da realizzare in superficie. L’esito di tale concorso, alla data odierna, non è stato ancora reso pubblico.
Mappa con la localizzazione dei 12 bagni pubblici da ristrutturare secondo le indicazioni contenute nel “Piano economico e finanziario. Relazione esplicativa” allegato al bando di gara http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?contentId=NEW395598&jp_pagecode=newsview.wp&ahew=contentId:jp_pagecode
Nelle altre capitali europee, i bagni pubblici sono assai diffusi sul territorio urbano e, di frequente, oltre a costituire un vanto per l’amministrazione locale, rappresentano un punto di attrazione per cittadini e turisti. Dalle pop-up toilets di Londra, Amsterdam e L’Aia alle 400 sanisettes gratuite che la Ville de Paris, a partire dal 2009, ha collocato soprattutto nelle aree verdi – in aggiunta alle 40 strutture pubbliche già esistenti nei paraggi di locali e luoghi particolarmente affollati –, la cultura del bagno pubblico ha ripreso quota anche perché rappresenta un «formidabile barometro della civiltà, del progresso, della ricchezza, del pudore e del costume di un Paese» (Claudia Giammatteo, In fondo a destra, “Focus”, 6, 2008, p. 51). [Vedere schede allegate, dedicate ad alcuni esempi europei].
A sinistra: Pop-up urinal a L’Aia. Caratteristica principale di questo tipo di orinatoio è la sua “comparsa” in ore prestabilite della giornata (prevalentemente quelle notturne durante le quali non è possibile accedere alle varie strutture aperte al pubblico). A destra: Sanisette parigina (designer Patrick Jouin)
Sulla base dell’elenco pubblicato dal Servizio di informazioni turistico culturali della città di Roma (aggiornato al 10.11.2013), il gruppo di lavoro che fa capo ad Embrice 2030 si adopererà al fine di:
A) verificare le condizioni dei 63 bagni pubblici romani, con particolare riguardo a funzionamento, orari, accessibilità, igiene e segnaletica esterna, aggiornando tale elenco con l’ubicazione esatta del servizio e l’indicazione del numero civico di riferimento;
B) analizzare la densità di servizi igienici presenti sul territorio urbano (per Municipi) e nelle zone a forte vocazione turistica, evidenziando le criticità;
C) effettuare il rilevamento delle zone a forte degrado sociale (con notevole presenza di persone senza fissa dimora).
Obiettivi previsti
1) Individuazione di nuove localizzazioni per bagni pubblici e strutture igieniche a servizio di turisti, cittadini e “senza casa”;
2) indicazione dei requisiti per la progettazione dell’ambito urbano limitrofo al nuovo servizio (inteso come luogo di sosta e relax) o la riqualificazione dell’area collegata con il servizio preesistente;
3) costruzione del Bando per un Progetto pilota, nell’area di Garbatella[1], che coinvolga artisti, architetti, designer, paesaggisti e tecnici all’interno di un “Laboratorio di emergenze urbane”. La public toilet è vista come caposaldo di un percorso (turistico o di vita quotidiana) o come punto di attrazione per la cittadinanza (ogni servizio può essere pensato sia come “modello ripetibile” sia come episodio di “Toilet Art”, una sorta di bagno d’autore)
Sotto: Bagni Pubblici a Garbatella. L’edificio rappresenta un sorprendente test di erudizione architettonica (con tecniche e geometrie che vanno dall’Insula ai grandi edifici termali); costruito per la nuova città operaia, quasi ridicolizza – senza offesa – gli esempi olandesi e parigini e costituisce un ponte culturale con gli hamam turchi.
4) predisposizione di un Piano d’impresa per la gestione delle public toilet, rivolto a cooperative o associazioni di cittadini che operano sul proprio territorio. Considerando che a Roma, nell’ultimo anno, sono transitati fra gli 8/10 milioni di turisti (in anni passati erano più del doppio), il “Piano per il decoro e l’igiene di Roma Capitale” potrebbe trasformarsi in autentico volano d’impresa.
Sponsor
– Ditte di produzione e/o vendita di sanitari
– Ditte di produzione e/o vendita di sistemi di risparmio energetico (pannelli solari, impianti di illuminazione da esterni ecc.)
– Ditte di produzione e/o vendita di soluzioni paesaggistiche (vivai, arredi per giardini ecc.)
[1] La scelta di Garbatella, oltre a saldare il legame tra Embrice 2030 e il suo territorio, vuole rendere omaggio alla proverbiale vocazione di accoglienza del quartiere che, con l’edificio dei Bagni Pubblici (oggi in disuso, ma funzionante sino agli anni Sessanta), realizzato da Innocenzo Sabbatini (da alcuni attribuito a Vittorio Ballio Morpurgo) nel 1927-28 sulla piazza Bartolomeo Romano, provvedeva alle esigenze delle famiglie residenti le cui abitazioni erano perlopiù prive di adeguate condizioni igieniche.
Maria Spina e Gabriella Restaino, Roma 12 novembre 2013
Scheda 1 – Roma: bagni interrati, in muratura, prefabbricati
1_Roma, Piazza di Spagna (rione Campo Marzio) – tipologia: interrato
Funzionamento: l’impianto è in servizio, è custodito ed è gratuito
Orari: tutti i giorni 10.00 – 19.40
Accessibilità: ascensore per disabili
Condizioni igieniche: buone
Stato di manutenzione: buono
Segnaletica esterna: presente e sufficiente
2_Roma, Via Valle delle Camene (rione Celio) – tipologia: in muratura
Funzionamento: l’impianto è in servizio, è custodito ed è gratuito
Orari: estivo, tutti i giorni 10.00 – 18.40;
Invernale, tutti i giorni 10.00 – 16,40
Accessibilità: privo di barriere archit.
Condizioni igieniche: buone
Stato di manutenzione: trascurato
Segnaletica esterna: presente ma insufficiente
Piazza Mancini (quartiere Flaminio)
Tipologia: prefabbricato
3_Roma, Piazza Mancini (quartiere Flaminio) – tipologia: prefabbricato
Funzionamento: l’impianto è fuori servizio ed è a pagamento
Orari: tutti i giorni 05.00 – 23.00
Accessibilità: privo di barriere archit.
Condizioni igieniche: pessime
Stato di manutenzione: trascurato
Segnaletica esterna: non presente
Scheda 2 – Esempi nel mondo
4_Giappone: Hiroshima
Bagno pubblico al parco di Hiroshima, esemplare di una serie colorata progettata in forma di origami dal gruppo di architetti giapponesi Future Studio, 2011.
5_Olanda: Groningen
A Star is Born, bagno pubblico a Groningen dell’architetto Rem Koolhaas, 1996. Parete serigrafata con foto di Erwin Olaf.
6_Nuova Zelanda: Auckland City
Bagno pubblico De Loo, nel sobborgo di Onehunga, progettato dall’artista Dave Vazey, 2002. Ispirato all’opera di Gaudí, è stato sponsorizzato dalla comunità locale di lingua spagnola.
Ottimo reportage. Il Campidoglio ascoltera’?Speriamo…
Suggerisco anlogo servizio sulle fontanelle romane(“Nasone”) che sprecano inutilmente acqua.Un rubinetto?