(EN ABSTRACT – Werkbund-Ausstellung-Cologne-1914)
La recente acquisizione da parte della Biblioteca Centrale della Facoltà di Architettura dell’ Università di Roma “ La Sapienza” di un nuovo titolo* consente la possibilità di lettura diretta di un evento chiave della cultura e della produzione europea, che ha influenzato i successivi sviluppi nei rari anni di pace fra il 1914 e il 1933.
La “Ausstellung” si svolge su di una area allungata lungo il Reno, prossima al Ponte Hohenzollern ed alla Stazione Deutzer: entrambe le strutture sono adeguate per l’occasione con una nuova viabilità, che comprende un garage per automobili. Vengono anche realizzati nuovi imbarchi per attraversare il fiume.
Una grande iniziativa politico-economica destinata a portare alla conoscenza di un largo pubblico l’evoluzione della produzione civile in Germania – e in Austria – a 7 anni dalla fondazione del Werkbund, letteralmente “ unione dell’opera”, che raccoglieva politici e industriali, intellettuali, artisti e architetti, amministratori.
Una idea di creatività integrata, antagonista a quella delle Avanguardie Storiche, e tuttavia potenzialmente in grado di realizzare l’utopia di un rapporto armonico fra valori civili, produzione e progetto.
Parallelamente cresce in Germania un aggiornamento rapido ed un potenziamento della produzione militare, che le consentirà di tentare di realizzare una egemonia assoluta sull’Europa con l’entrata in guerra. “ Der Krieg und das Produktion “ è uno dei titoli che compaiono nelle riviste di architettura tedesche di quegli anni.
Uno sguardo architettonico superficiale ha consegnato al futuro sviluppo della modernità in Europa la cronaca della Esposizione di Colonia – da Maggio a Ottobre 1914- come legata a tre edifici: la Glashaus di Bruno Taut, il Wekbundtheater di Henry Van de Welde (questi due considerati già“ edilizia speciale” nel catalogo ufficiale) e l’edificio “ Fabrik und Buro” realizzato da Gropius e Martin Meier. Un edificio formato da quattro parti: uffici e fabbrica, integrati volumetricamente; una“ maschinenhalle” in forma di porticato attorno ad uno spazio aperto – per contenere anche grandi macchinari – e il piccolo tempio aggiunto al lato destro del prospetto principale, che conteneva il grande motore a Gas Deutzer.
Una triade in sé fortemente dialettica: Taut e Gropius, nei termini che vedremo, rappresentano il “neue Zeit”; Van de Velde., direttore della Kunstgewerbeschule di Weimar, il rappresentante al massimo livello dello “ alte Zeit”.
Vecchio e nuovo tempo sono nitidamente percepiti anche dagli organizzatori, e ben visibili nelle 122 pagine di annunci commerciali del Katalog. L’ Esposizione documenta il drammatico momento di trasformazione del modo di produzione, del mercato e del gusto.
Le Wiener Werkstätte, ampiamente rappresentate, che hanno anche ispirato l’insegnamento di molti Istituti di Istruzione per l’Artigianato Artistico in Germania , stanno per cedere il passo ad un modo di produzione industriale. Ben 20 fra Scuole d’Arte, di Artigianato Artistico e di Artigianato sono rappresentate nella Haupthalle.
Un enorme sforzo didattico, ancora da documentare, gestito in molti casi da protagonisti di quella che sino ad ora abbiamo considerato la punta avanzata della cultura tedesca in questo settore.
Lo stesso Van de Velde a Weimar, Bruno Paul e Paul Richter a Berlino, Hans Poelzig a Breslavia, Jan Lauweriks ad Hagen.
Edifici speciali sono anche qualificati nel catalogo una “ Gelbe haus”- casa gialla – realizzata sotto la direzione di Bruno Paul con il contributo di ben 16 artigiani e artisti – e una casa estiva “ sommer haus”, proposta da Bernhard Stadler: un prototipo, forse in vista della stagione estiva, non casualmente costruito in disparte sulle rive del Reno.
Una estate, in realtà, che apre la prima guerra mondiale.
Un mese dopo l’apertura della Mostra, il 28 Giugno 1914, l’attentato di Sarajevo; un mese dopo l’Austria dichiara guerra alla Serbia; il 1 Agosto Guglielmo II dichiara guerra alla Russia, il 2 la Germania dà l’ultimatum al Belgio per occupare la Francia, il 3 dichiara guerra alla Francia e il 4 l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania.
Come allegro contraltare, gran parte dell’Esposizione è dedicata ad un grande Parco dei divertimenti, collocato accanto all’ingresso, con 38 diverse forme di attrazione, tre padiglioni commerciali e attrezzature sportive che comprendono uno stadio con tribuna. Un “ Villaggio del basso Reno” (con chiesetta, ristoranti alcoolici e no-alcool, padiglioni della gioventù e del lavoro, un piccolo albergo, qualche tipologia di piccole case e una casa ad appartamenti a più piani) chiude l’Esposizione dal lato opposto all’ingresso. Fra un parco dei divertimenti e un villaggio Heimat si dispiega dunque l’Esposizione il cui nucleo centrale ruota attorno ad una gigantesca Sala Principale di 18.000 mq. progettata e programmata da Theodor Fischer che accoglie circa 200 espositori in spazi architettonici definiti.
Una sorta di testo completo del momento produttivo, culturale e politico. Un testo quindi, il Catalogo Ufficiale, che consentirebbe al lettore italiano di cominciare a conoscere la complessità e anche la ricchezza dell’evento consentendo l’avvio di qualche parallela ricerca complementare grazie ai numerosi esemplari di riviste architettoniche dell’epoca presenti nei fondi della Biblioteca. Un esempio eccellente è rappresentato dal grande Padiglione Austriaco progettato da Josef Hoffmann, assai ben documentato (Moderne Bauformen, Agosto 1914, pp. 387- 400), che costituisce l’estrema testimonianza delle Wiener Werkstätte.
Negli anni successivi si andrà infatti verso una revisione critica radicale: la ristrutturazione dell’insegnamento artistico a Weimar che vede già nel 1917 Walter Gropius al posto di Henry Van de Velde; l’avvio nello stesso anno, da parte di Bruno Taut, della corrispondenza con artisti e architetti che conosciamo sotto il nome di “gläserne Kette“; la precoce formazione nella Germania di Weimar appena costituita del soviet degli artisti – l’Arbeitsrat für Kunst – restano testimonianza , nel limitato settore del pensiero legato alla architettura e alla città, della speranza effimera di rinnovamento che trovava riscontro nei primi anni della Russia Sovietica e in molti luoghi d’Europa.
- Deutsche Werkbund Ausstellung, Cöln 1914.Offizielle Katalog, Rudolf Mosse, Cöln1914.
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Carlo Severati e Alberto Giuliani, 21 Novembre 2013
Segnalo che la Biblioteca Centrale della Facoltà di Architettura Università Sapienza Roma possiede un piccolo fondo di diapositive relative al soggetto Werkbund 1914. Si tratta di immagini di repertorio riprese con finalità didattiche.
Comunque utilizzabili in una fase preliminare della ricerca.
Queste diapositive saranno presto digitalizzate e messe a disposizione. C.S.