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Dal 15 al 22 Aprile 2023 Embrice ospita la mostra a cura di Carlo Severati “๐—Ÿ๐—”๐—จ๐—ฅ๐—” ๐—ง๐—›๐—˜๐—ฅ๐— ๐—˜๐—ฆ. ๐—”๐—ฅ๐—–๐—›๐—œ๐—ง๐—˜๐—ง๐—ง๐—จ๐—ฅ๐—˜ ๐Ÿญ๐Ÿต๐Ÿณ๐Ÿญ/๐Ÿฎ๐Ÿฌ๐Ÿฎ๐Ÿญ”.
Sono esposti progetti, disegni, modelli, immagini delle architetture di Laura Thermes, a partire dalla tesi di laurea del 1971 fino a coprire lโ€™intero lโ€™arco temporale del suo lavoro di architetto. Sabato 22 aprile 2023, a partire dalle 18:00, la mostra si conclude con lโ€™incontro โ€œDialogo con lโ€™Architettoโ€. Oltre alla protagonista della mostra, Laura Thermes, intervengono Carmen Andriani, Federico Bilรฒ e Lina Malfona.



La tranche del progetto โ€œCase a Torre di Cardeto sud” e i tre progetti โ€œCapriccio Architettonicoโ€, โ€œL’opera d’arte nell’opera d’arteโ€ e โ€œIl Ponte delle Signoreโ€ testimoniano un lungo itinerario dell’Architetto Thermes, non solo per i decenni trascorsi fra il primo e gli altri, ma anche per il carattere di una apparente migrazione da impegno a disimpegno; il passaggio da una forma ricavata, comunque, dal progettista, attraversando il tema del suo ruolo sociale, a una proposta formale autonoma: un capriccio, appunto. Rivendicazione di una ricerca formale pura, tangente con il campo disciplinare, con lo statuto dell’Architettura.
Laura Thermes espone tre modelli, disegni recenti, un grande abaco che documenta le sue numerose occasioni professionali in campo residenziale e una serie di immagini di progetti urbani, a partire dalla sua tesi di laurea del 1971.
Questa scelta testimonia una volontร  di riflessione sul vasto campo dell’impegno di architetto che Laura ha sperimentato; il leit motiv รจ “proseguire il mondo”; Laura usa questa locuzione di fronte all’aura che circondava un piccolo ma importantissimo centro siciliano, in una posizione elevata, grazie alla quale oggi Chiaramonte Gulfi รจ nota con il titolo turistico di balcone della Sicilia.


Nel suo autonomo percorso professionale si รจ spesso confrontata con il tema della residenza collettiva: piani di edilizia sovvenzionata che a volte, come nel caso di Cardeto, hanno richiesto un impegno progettuale che va dal rilievo del sito alla proposta di una nuova toponomastica, passando per la progettazione di massima, definitiva ed esecutiva di un considerevole numero di alloggi.
Laura ci consegnava una ventina di anni fa una testimonianza che, articolata sulle teorie di quegli anni, su un neologismo transitorio come trans-tipologia, ci guidava verso un arricchimento della idea di tipo, un arricchimento tale da distruggerla, a favore dellโ€™idea di open space, nella quale al design finirร  per essere assegnata la bacchetta del comando della vita quotidiana di noi tutti.
Dal design al paesaggio: il paesaggio come corpo, forse come paradigma del corpo umano. Lโ€™ambito proprio nel quale il paesaggio si presenta, quello cioรจ dellโ€™immagine, che consente la percezione della bellezza, riporta tuttavia il tema a quello di una percezione estetica che il territorio in varia misura – della natura naturans, della natura antropizzata fino al paesaggio urbano – รจ capace di suscitare nel corpo umano. Gli estremi possono essere ben rappresentati nella percezione del sublime โ€œsublimeโ€ per Thomas Jefferson, allโ€™inizio dellโ€™ottocento in piedi sul famoso โ€œNatural Archโ€ della Virgina, o dello โ€œerhabnerโ€ di Goethe, sessantโ€™anni prima, in alto sulle torri del Duomo di Strasburgo.

Carlo Severati


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