Giovanna De Sanctis Ricciardone: vite e opera*

Stele

Ci vorrà tempo prima che si sedimenti una memoria storica di Giovanna; rigore intellettuale e trasgressione, furore e estasi, progetto di spazi e costruzione di emozioni estetiche, commitment e tradimento. Le sue numerose opere pubbliche – Monumento ai Magistrati a Palermo, varco in ferro alla Casa Circondariale di Civitavecchia; a Roma: Stele sulla viabilità in uscita a Monte Mario, ciclo scultoreo nella Chiesa di San Pio e pergole bronzee (perdute) al Giardino di Piazza Cardinal Consalvi – in attesa di una esaustiva analisi critica- rappresentano una parte terminale e ufficiale del suo lavoro artistico. 

Lavoro artistico che, a sua volta costituisce solo un capitolo del suo pensiero e della sua attività.

Questa breve nota, scritta in occasione della sua morte, il 24 Settembre 2023, rappresenta a sua volta un frammento di una più ampia testimonianza che chi scrive potrebbe rendere in altra sede dei 62 anni di conoscenza e saltuaria frequentazione, che hanno inizio dal ritorno dalle vacanze estive del 1961 e dalla comune esperienza per il rinnovamento della Facoltà di Valle Giulia del successivo 1962.

Si limita, questa nota, a percorrere alcune delle antinomie presentate in apertura, premettendo che queste non sono state limitate al genere (artistico, politico, letterario) perché era assai difficile distinguere, nel suo pensare e e agire, separare segno e parola, eros e impegno politico, quotidiano e orizzonti. L’insieme di queste antinomie può infatti trovare riscontro in una fase centrale del suo lavoro artistico che contrapponeva e integrava geometria e figura: archetipi dei due momenti (Accademia e Facoltà di Architettura) della sua formazione.

Furore
Estasi

Furore, nella passione politica e nelle lotte per l’emancipazione femminile e per la liberazione della società degli anni 1970 e Estasi: estasi nel transfer passionale nelle figure berniniane della Beata Ludovica Albertoni e della Santa Teresa, dalla carne ai panneggi, loro seconda pelle.

Ai panneggi è dedicata lungo tutta la sua vita una attenzione ossessiva: innumeri disegni, ad un certo punto in parte bruciati e così incorniciati come massima introiezione. Nasce da questo travagliato rapporto una interpretazione che caratterizza quasi tutte le sue opere indicate in apertura: anche Palermo, che lei qualificava come l’OPERA, anche perché finalmente coniugava impegno politico e lavoro artistico.

Non più un panneggio ma onde di materia ctonia sollevate dall’abisso e fermate con un gesto. 

Gesto
Figura

Figura e geometria si alimentano vicendevolmente nelle sue opere, che spesso poi sfuggono ad una così semplicistica schematizzazione. Il confronto comincia su cento varianti della geometria ortogonale e continua quando una volontà di movimento trasversale impone il ricorso a geometrie più complesse come le rigate: in queste la vitalità della figura trova il suo ordinamento in uno spazio conoscibile. Lebensgeister, uno speciale spirito vitale accompagnava la nostra indimenticabile amica.

Nascita
Giardino

*Tranne che per l’opera ‘Geometria e figura‘ della Collezione di Giuseppe Mongelli, le altre immagini sono tratte dal file ‘Archivio’ del Computer di Giovanna, copiate in occasione delle frequenti visite fatte a Giovanna con Ruggero Lenci, nella primavera del 2021.

Carlo Severati