(Un’immagine di Roma: striscione appeso a un balcone di via degli Ausoni, a San Lorenzo)
Segnaliamo il lavoro di Claudia Mazzieri sulla concezione di bagno pubblico al femminile.
In una ricerca condotta ormai 5 anni fa, ma che credo ancora molto attuale, sono venuta a scoprire come le donne usino in maniera estremamente pericolosa il bagno pubblico: c’è chi sale sulla tazza, chi la ricopre con metri di carta igienica (quando c’è), chi assume una posizione mascolina o chi si aggrappa da qualche parte per mantenersi in un precario equilibrio. Nonostante questo cattivo uso si tramandi di generazione in generazione, il problema non è mai stato risolto alla radice: non si tratta di avere un inserviente che igienizzi il WC ad ogni uso, ma di un intervento drastico in cui si minimizzi il contatto della donna con le superfici del bagno e in cui sia il prodotto a dettare la sua modalità d’uso, ma soprattutto a rieducare la propria utenza. È assolutamente necessario un intervento progettuale “rivoluzionario” che nasca dalle considerazioni dei cittadini e dalle difficoltà che si incontrano nel soddisfare un semplice bisogno che si presenta più volte al giorno, fornendo un servizio adeguato che non sia a pagamento o che ci obblighi a dover prendere un caffè al bar per poterlo soddisfare.
Per maggiori informazioni e consultare la ricerca dell’autrice: https://www.politesi.polimi.it/handle/10589/3542?locale=it
Mingo: sistema orinatoio-spalliera (Claudia Mazzieri designer)