Embrice Arti e Mestiere annuncia la preparazione di due mostre ( un Architetto , Paolo Meluzzi, scomparso nel Dicembre 2005, e una Artista, Paola D’Ercole, 1943-2006 ) . Un Architetto che ha cercato la via dell’integrazione dell’Architetto, con il preciso obiettivo di costruire, ed una altra personalità creativa, pure Architetto, che ha visto la realtà esterna come labirinto, e il labirinto ha cercato di percorrere venendone fuori come pittrice e artista plastica e polimaterica. Entrambi legati a gruppi, con chiare connotazione intellettuali, coerentemente a quanto avveniva già nei primi anni 1960 a Roma nella formazione degli studenti di Architettura e dei giovani Architetti laureati dal 1958.
Nel 2016 cade il quarantesimo anniversario della morte di Borges ( 16 Giugno ) autore principe nella bibliografia del labirinto fra i moderni . Un labirinto letterario, che va dalla mente alla pratica quotidiana. Per il versante dell’integrazione architettonica l’autore più presente negli anni 1960 era Walter Gropius, più anziano di tre anni di Mies.
Ai due temi si riferiscono i giovani architetti romani nella seconda metà degli anni 1960: con la pubblicazione dei due libri nella traduzione italiana: L’Aleph, appunto, di Borges , Adelphi 1959, e Architettura Integrata, di Walter Gropius , Il Saggiatore 1958 . Libri che hanno seguito anche negli anni successivi nell’Editoria Italiana .
Il libro di Gropius , pubblicato a New York per la prima volta nel 1955 col titolo “Scope of Total Architecture” , viene poi ripubblicato in italiano nel 1963 e nel 1968.
El Aleph , pubblicato per la prima volta nel 1945 in Argentina sulla rivista SUR , di Victoria Ocampo , e successivamente nel 1949 e nel 1952 , per ragione anche delle aggiunte e revisioni, viene ripubblicato ancora in italiano nel 1961 e nel 1974 .
La nostra ipotesi è che questi testi possano ben sintetizzare, pure solo in parte, le letture degli architetti romani nati negli anni 1940, ai quali appartengono i nostri autori : Meluzzi , 1940 , e D’Ercole.
Rappresentando, il lavoro di ciascuno dei due, una sorta di radicalizzazione dei contenuti di parte dei due testi citati , pure nell’ipotesi che entrambi facessero parte delle loro biblioteche.
Nel ringraziare Zevi, nella prefazione all’edizione del 1958, Gropius esprime la speranza che proprio in Italia si possa trovare una collocazione del progetto di Architettura che porti ad uno sviluppo armonico dell’ambiente di vita dell’uomo ; malgrado le palesi contraddizioni fornite dallo sviluppo stesso della città reale ( il sacco di Roma da parte della rendita fondiaria ed edilizia, e la distruzione di molte Ville Storiche e molti grandi giardini privati ) decine di Architetti, fra i quali Meluzzi, sono al lavoro seguendo questa indicazione.
Sul versante apparentemente opposto, sono proprio quelle contraddizioni e in genere la distanza di gran parte della cultura romana dalla costruzione dell’Architettura che fanno spazio al messaggio disincantato, tragico e fantastico di Borges ( che ha nel labirinto e nei sentieri che si biforcano due dei temi centrali del racconto) : alle letture di quanti vedono i limiti della integrazione.
Lo “ Studio Labirinto” fondato da Paola D’Ercole con i suoi amici nel 1966 avrà , come molti altri gruppi strutturati di più lontane ( AUA ) e più vicine ( GRAU ) generazioni, esiti marginali nello sviluppo della città reale.
Anche perché il sentiero, per l’Architetto, non si divide solo in due ma approda ad uno spazio vuoto, deserto di fronte al quale le opzioni sono mille e al tempo stesso invisibili.
La via di Paola è quella della uscita dal labirinto attraverso il lavoro artistico. Labirinto nel quale si aggira ancora chi ha scelto l’Architettura come mestiere, pur intravedendo, come Paolo Meluzzi, qualche via d’uscita.
Walter Gropius, Casa ad appartamenti, Interbau, Berlino, 1955-59
Jorge Luis Borges : blind self portrait , New York, dopo il 1960
Paola D’Ercole : Labirinto , Roma 1966
Paola D’Ercole : senza titolo , Roma 1990
Paolo Meluzzi : edilizia residenziale pubblica in un centro storico Tolfa, 1980-1982
C.S.